mercoledì 26 gennaio 2011

Buio in sala: Nuovo Cinema Paradiso

Nel mio profilo ci sono solo 3 film tra quelli che amo di più. Del primo ho già parlato qui, e questo è il secondo.
Dire che questo film è un capolavoro italiano è dir poco.
Vinse l'Oscar come miglior film straniero nel 1990.

Riporto trama e recensione di Andrea Peresano perchè è quella più completa.

È il cinema che celebra se stesso, il cinema dei grandi film, dei kolossal americani che facevano sognare un popolo quando, in un periodo di miseria e ricostruzione (è appena finita la II Guerra Mondiale) e in un paesino povero di natura (Giancaldo, nella campagna siciliana) le uniche distrazioni erano le proiezioni nella piccola sala cinematografica parrocchiale gestita da un parroco che censurava fino all’inverosimile i film da proiettare. Nella stanzetta del proiettore, da un posto privilegiato rispetto alla massa, con una prospettiva diversa della realtà, nasce la profonda amicizia unita dalla stessa passione per la celluloide fra il proiezionista Alfredo e il giovane Totò.
Il saggio Alfredo accompagnerà e consiglierà Totò nelle tappe principali della sua adolescenza, attraverso il primo, complicato amore con la bella e ricca Elena, che lo lascerà per le imposizioni della famiglia, fino a passargli il testimone, quando Totò gli subentrerà come proiezionista nel rinnovato cinema “Paradiso”, libero dalle imposizioni parrocchiali, per via della cecità di Alfredo in seguito ad un incendio. Il vecchio Alfredo salverà il giovane, perso nel ricordo del suo amore, dalla provincia siciliana, convincendolo a non tornare più una volta partito per il militare ma a seguire i suoi sogni, e, grazie alle immagini sul grande schermo, istruirà indirettamente anche i rumorosi e ignoranti paesani, parafrasando l’importanza del cinema come mezzo di comunicazione di massa.
Così Totò andrà a cercare fortuna fuori. Noi lo ritroveremo, ormai uomo e affermato regista, di ritorno al paesino per i funerali dell’amico. Gli anni sono passati e il paese è cambiato, il vecchio “nuovo” cinema sta per essere demolito e le facce in piazza non sono più le stesse, ma Totò non ha mai dimenticato la sua Elena, e c’è tempo per un ultimo incontro pieno di rimpianti, lei ha continuato la sua vita, è sposata e con figli, mentre Totò non l’ha mai dimenticata, ma ormai la vita ha fatto il suo corso, e sa che nulla sarebbe più possibile.
La chiusura è di una poeticità struggente: Alfredo ha lasciato a Totò una “pizza” con dentro montate tutte le scene che per anni il parroco gli aveva fatto tagliare, e che viste tutte insieme sprigionano tutta la bellezza e la sensualità del cinema immortale.

Questo è il regalo che Alfredo lascia "in eredità" a Totò.
Adoro questa parte del film...
.....e questa musica!



Questo post partecipa alla rubrica BUIO IN SALA, mercoledì cinematografico di Mamma C e Mamma F di Nati per delinquere.Grazie per l'ospitalità.