L'uva.
E' tra i miei frutti preferiti, ne mangio quantità industriali e piace molto anche ai miei figli.
E' forse l'unico frutto alla cui raccolta segue una gran festa.
Ma l'uva per me è un frutto legato principalmente a un unico, intenso e doloroso ricordo.
Avevo 13 anni quando ho visto soffocare fino a diventare blu la mia sorellina di 3 anni.
Un vicino la mise a testa in giù e le spezzò quasi la schiena a furia di colpi, ma servirono a farle sputar fuori quell'acino di uva che ce l'ha quasi portata via.
Ricordo mio padre che piangeva (credo sia stata l'unica volta) e mia madre senza forze su una poltrona.
Il medico ci disse che si può stare al massimo 3 minuti senza respirare ma, a me, quei minuti erano sembrati 3 giorni.
Per anni non si è più comprata uva da me. Mia nonna me la comprava di nascosto e me la faceva mangiare a casa sua.
Quando quest'inverno stavo male e non dormivo, un caro amico mi diceva sempre: " A 'Mario (mi chiama così!), aspetta che arrivi Settembre e poi ti porto con me a raccogliere l'uva. Vedrai come dormi la sera!"
Questo post mi ci ha fatto pensare, così come mi ha fatto pensare a questo film, il cui titolo originale è A walk in the clouds.
E così, care Nate, anche se in un modo un pò particolare (tanto ormai mi conoscete...i post mi vengono proprio così, non la faccio apposta), torno oggi a partecipare alla vostra rubrica con questo film che a me piace molto. Confesso che la prima volta lo vidi solo perchè interpretato da Keanu Reeves (molto sensuale), da Giancarlo Giannini e da Anthony Quinn.
Il film vale la pena vederlo: é ambientato in Messico ed è una storia d'amore dolcissima ma è anche una storia di tradizioni e di rapporti padre-figli in una società e in un tempo un pò lontani da noi.
Vi lascio a gustarvi un momento del film.
Qui il trailer (solo in inglese).
Questo post partecipa alla rubrica BUIO IN SALA, mercoledì cinematografico di Mamma C e Mamma F di Nati per delinquere.Grazie per l'ospitalità.